Convegno: La scuola in ospedale

Intervento del direttore generale Luigi Catalano, Istituto ortopedico Rizzoli, Bologna, 27 novembre 2007

La scuola in ospedale e l’istruzione domiciliare in Emilia-Romagna è una realtà diffusa pressocchè in ogni provincia. In questi anni, soprattutto nell’ultimo anno scolastico, si sono moltiplicati gli interventi, grazie anche all’assegnazione di risorse a scuole e docenti impegnati in questa particolare attività che rende la scuola presente come istituzione al di fuori delle proprie mura.

Un’attività che definisco particolare non solo per le evidenti ricadute relazionali, affettive, sociali, educative e – come sembra testimoniato anche da molti medici in esperienze diverse – terapeutiche, che la connotano; un’attività particolare perché si può rispondere ad un’esigenza di singoli studenti per garantire, al massimo livello, il diritto allo studio in ospedale, in day hospital o in terapia domiciliare, soltanto mettendo in moto una rete ampia e convergente di attori e strumenti, nell'ottica di una presa in carico globale dell'alunno malato sia dal punto di vista sanitario che scolastico.

Diversi Ministeri, competenze professionali le più varie, referenti istituzionali molteplici; per non parlare di tutti gli uffici coinvolti nella gestione e nell’assegnazione delle risorse. L’istituzione scolastica, e al suo interno, le scuole polo, quelle di provenienza; e poi, le istituzioni sanitarie, gli enti locali, le agenzie formative, le istituzioni culturali, il volontariato. Non ultime, le famiglie!

Lo sforzo – non semplice - di questi anni è stato coordinare tutti gli interventi, un’azione, credo egregiamente sviluppata se è vero che i progetti attivati hanno avuto nell’ultimo quinquennio, una crescita notevole. Nel numero e nella qualità.

In questo complesso ingranaggio, un ruolo indubbiamente importante di semplificazione è stato svolto dalla figura che ritengo sia un po’ il cardine educativo ma anche operativo di tutto il progetto: il docente delle sezioni ospedaliere.

Oltre al compito tradizionale di seguire l’attività didattica in ospedale o a domicilio facendola diventare parte integrante del processo terapeutico, sono aumentati, insieme all’offerta di servizi, i loro impegni: il collegamento telematico degli studenti ospedalizzati o in situazione di terapia domiciliare con le classi di appartenenza; lo scambio di metodologie e materiali didattici con gli insegnanti della scuole territoriali di provenienza; l'incremento della motivazione allo studio attraverso le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie; la collaborazione con gli insegnanti della scuole territoriali per favorire il rientro dell’alunno o progettare ed attuare un intervento d’istruzione domiciliare.

Pertanto, se, a livello di amministrazioni, si è cercato di semplificare le problematiche di sistema, non va sottaciuto che la continuità, la costanza e le ragioni del successo formativo vanno riconosciute proprio agli insegnanti che hanno saputo rinnovare il proprio ruolo e cogliere le occasioni formative e tecnologiche che a livello centrale e locale sono state offerte.

E’ il caso, per esempio della ‘costola tecnologica’ della scuola in ospedale, Home-School-Hospital, il progetto che offre supporto di formazione e dotazioni per permettere allo studente dall’ospedale o da scuola di restare in contatto con i propri alunni e i professori proprio grazie alle tecnologie per la comunicazione a distanza. Con una doppia ricaduta, relazionale e motivante. Relazionale perché inclusiva; motivante perché, anche per i bambini più piccoli, l’avvicinamento ai nuovi media offre un nuovo orizzonte d’apprendimento. Relazione e motivazione, due chances didattiche forse più significative in molti casi del semplice assicurare la continuità scolastica. Una strada sulla quale insistere, per facilitare l’accesso in tutte le realtà e rendere questi strumenti – videoconferenza, connettività – sempre più realtà.

In questo senso, nella dimensione scolastica, le tecnologie come strumento di relazione e comunicazione diventano amplificatrici della qualità della vita e contribuiscono a garantire contestualmente due diritti costituzionali: quello della salute e quello dell'istruzione, al fine di contrastare anche il fenomeno della dispersione scolastica.

Perciò, oggi, grazie alle esperienze sul campo, non si può che migliorare l’azione intrapresa, battendo proprio su quei tasti che hanno rappresentato e rappresentano i benefici della scuola in ospedale.

Dalla garanzia contestuale del diritto allo studio e del diritto alla salute, alla sinergia del progetto educativo con quello terapeutico; dalla continua ed efficace comunicazione tra il ragazzo ospedalizzato o in terapia domiciliare e la scuola di appartenenza (docenti e compagni), alla formazione e, quindi, all’incremento della professionalità di tutti i docenti che operano o intendono operare in situazioni di "scuola fuori della scuola"; ultimo, ma non ultimo, lo sviluppo di un aggiornamento integrato dei docenti, dei genitori, degli alunni, del personale sanitario.

Il tutto sempre nell’ottica del nessuno escluso, bussola costituzionale ed ideale della scuola pubblica. Parafrasando una riflessione di Daniel Pennac a proposito dei libri nel suo saggio “Come in un romanzo”, Se possiamo ammettere che un singolo individuo rifiuti la scuola, è intollerabile che egli sia – o si ritenga – escluso dalla scuola. E’ una tristezza immensa, una solitudine nella solitudine essere escluso dalla scuola.

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data di creazione: 28/11/2007
data di modifica: 29/11/2007