Convegno: Se la scuola fa ricerca

Intervento del direttore generale Luigi Catalano, Bologna, 23 ottobre 2007

La stagione delle riforme nella scuola sembra proprio non finire. Le nuove Indicazioni per il curricolo, il Quaderno bianco della scuola, l’innalzamento dell’obbligo scolastico - solo per citare alcune delle numerose iniziative avviate dal MPI in questo nuovo anno scolastico – sono la cartina di tornasole di un sistema scolastico che si interroga sul suo presente per prepararsi al suo futuro.

Affrontando le molteplici domande che provengono dalla scuola stessa e dalla società tutta, con uno sforzo significativo di riflessione e la volontà di condivisione con quanti operano quotidianamente nell’istituzione scolastica.

Così, la prospettiva del “cantiere di lavoro” in cui il Ministro Fioroni ha collocato le nuove “Indicazioni per il curricolo”, non è riconducibile soltanto alle modalità di partecipazione al processo e di condivisione del documento. In qualche modo costituisce anche la trama nascosta di una scuola chiamata a fare ricerca.

Il seminario di oggi - ideale prosecuzione dell’incontro di presentazione delle Indicazioni in videoconferenza con i dirigenti scolastici - costituisce un primo momento di riflessione a livello regionale su un documento da non prendere a scatola chiusa, ma da smontare, adattare, mettere alla prova, in nome delle primarie vocazioni della scuola: la ricerca educativa e il dialogo tra i saperi.

 In questo senso, la chiave di lettura è esperienziale e culturale insieme. E’ quel “voglio apprendere a vivere” che Edgar Morin, nella primavera di quest’anno, facendo da apripista alla presentazione delle linee guida delle Indicazioni, poneva alla base dell’affermazione di un Nuovo umanesimo.

Un concetto che può apparire distante e ambizioso oltre il suo stesso pronunciamento, se sciolto dal suo significato quotidiano, che è quello di ricomposizione della complessità, vista nel contesto dell’insegnamento come superamento della “frammentazione delle discipline” e integrazione delle stesse “in nuovi quadri d’insieme”.

Lo studente sperimenta e cerca il senso della sua umanità e della sua cittadinanza a partire dalle competenze che i saperi gli permettono di acquisire; e, in un processo circolare, il suo essere uomo e cittadino in fieri, dà peso a ciò che sa.

Assume così significato l’insistenza sulla centralità delle competenze di base che tanto successo ha riscosso nell’eco mediatica. Un’insistenza che non è motivata, a mio parere, solo dall'effettivo abbandono di tabelline e grammatica. Ma perché, a fronte degli scenari di vertiginosa mutazione della società, lavorare per ridurre la frammentazione e l’episodicità del sapere significa impegnarsi per la realizzazione del dettato costituzionale del riconoscimento e della garanzia della libertà e dell’uguaglianza.

Fin qui quella che appare essere la direzione di marcia. Quest’oggi si iniziano a muovere i passi nel senso dell’approfondimento e della proposta, grazie alla presenza in mezzo a noi del prof. Ceruti e del prof. Frabboni che hanno partecipato alla costruzione dell’impianto culturale del documento, nonché di alcuni tra coloro che hanno poi declinato le idee in obiettivi educativi e traguardi formativi.

La strada in cui ci inoltriamo è quella della ricerca-azione e della centralità della persona, una via tradizionalmente già tracciata nella realtà della scuola dell’Emilia-Romagna e di quanti, nell’USR, negli USP, nell’Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia, si interrogano da tempo sulla declinazione di queste tematiche.

Che trova, quindi, una conferma e rilancia una sfida attraverso il calendario dei laboratori specialistici delle discipline che costituirà come sempre il punto di partenza, ma anche l’occasione di verificare il nostro cammino come regione.

L’appuntamento è, in prima battuta per la fine dell’anno, quando, alla fine dei primi quattro mesi di disseminazione sul territorio, come previsto dal progetto ministeriale, si potrà tracciare un primo ma, spero, significativo bilancio di questa azione di comunicazione, coinvolgimento e condivisione.

Con l’augurio - prossimo alla certezza - che l’Emilia-Romagna, come in altre occasioni, possa offrire il suo contributo di “vigile, esperto ed originale arricchimento” a tutto il patrimonio di esperienza e di pensiero che sorgerà in ambito nazionale.

Buon lavoro a tutti.

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data di creazione: 26/11/2007
data di modifica: 26/11/2007