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Martedì 19 Aprile 2005, h. 12

Conferenza stampa di presentazione del Rapporto regionale scuola 2005 «Una scuola alla prova»

I dati presentano una scuola di qualità, apprezzata dalle famiglie. Più alte della media nazionale le percentuali di scolarizzazione, di studenti diplomati e di successo scolastico. Aumentano tuttavia ripetenze e debiti formativi. Iimmigrazione, qualificazione docenti per handicap e integrazione, e maggiore coinvolgimento delle famiglie le grandi sfide.

  I dati emergenti del sistema scolastico in Emilia-Romagna

Aspetti positivi

·        Non ha paura di essere valutato. Lo dimostrano i dati della partecipazione alle ultime indagini. Al progetto pilota di valutazione Invalsi lo scorso anno ha aderito il 56,35% delle scuole statali, ovvero la maggioranza, con punte del 72,22% nella provincia di Piacenza, del 65,12% a Ferrara, e del 63,83% a Modena. Così come considerevole è stata la partecipazione regionale alla ricerca nazionale attivata dal Miur e realizzata da Ernst&Young sul grado di soddisfazione dell’utenza rispetto ai servizi offerti dalle scuole (92 scuole sulle 113 coinvolte hanno restituito i questionari compilati dalle famiglie). E’stata poi manifestata la disponibilità a divenire campione di rilevazione regionale nella prossima rilevazione internazionale Ocse Pisa.

·        Riceve un buon indice di gradimento nella risposta delle famiglie. Così risulta dalle risposte ai questionari della Ernst&Young (anno 2003-2004). Alla scuola emiliano - romagnola è infatti riconosciuto il ruolo di «operatore principale» in termini di formazione disciplinare e di educazione civile e sociale. Analoga conferma proviene da una ricerca svolta con circa 3 mila genitori delle scuole primarie dell’Emilia Romagna (a tempo pieno e normale).

·        Svolge un delicato servizio di accoglienza e di integrazione degli studenti appartenenti alla fascia debole. Il riferimento è a studenti disabili, svantaggiati, stranieri. I genitori si dichiarano soddisfatti per il 70% delle risposte nel 1° ciclo, e per il 67% nel 2° ciclo.

Criticità

·        L’Emilia-Romagna vanta una tradizione di qualità per quanto riguarda il sistema scuola, che oltre a valorizzare il capitale umano ha anche determinato migliori condizioni di coesione sociale e quindi di qualità della vita. E lo dimostra il fatto che in recenti ricerche sul «capitale sociale» (capacità di valorizzare talenti e competenze; buon funzionamento di servizi, istituzioni, imprese; propensione alla solidarietà, ma anche capacità di competizione) tutte le 9 province della regione si siano comprese nel «range» delle prime 15 italiane. L’orgoglio per i risultati raggiunti rischia però di rendere alcune realtà rigide ad ogni cambiamento, finendo con l’ancorarle al passato anziché proiettarle verso il futuro.

·        Anche se inferiore ai livelli nazionali, persiste una fascia consistente di irregolari fra gli studenti, nel senso di ritardatari nel rapporto età/classe frequentata e di incerti sulle scelte operate nel secondo ciclo. Altre tendenze regionali confermano le tradizionali debolezze del sistema nazionale: scarsa efficacia dell’azione orientativa (numerose le passerelle degli studenti da un istituto di scuola secondaria di secondo grado ad un altro), leggero aumento delle ripetenze e dei debiti formativi tra i promossi nelle scuole superiori, maggiore dispersione nella fascia 17-19 anni.

·        Dalle famiglie, che pur si dichiarano complessivamente soddisfatte del sistema, giungono due appelli: un maggiore loro coinvolgimento nella scuola e la necessità di docenti con maggiore professionalità per quanto riguarda il sostegno e l’integrazione di studenti provenienti da culture straniere.

Prospettive

·        Arricchimento della professionalità dei docenti, sia in ingresso che in servizio. In questa direzione l’Ufficio scolastico regionale si è già attivato in diversi modi: 1) Corsi di alta formazione, in collaborazione con Università, per docenti di ogni ordine e grado, sul versante disciplinare e soprattutto metodologico-didattico; 2) Corsi di formazione docenti per l’insegnamento della lingua straniera nella scuola primaria; 3) Corsi, in collaborazione con l’Università, abilitanti e di specializzazione per il sostegno ai disabili (ai quali Usr e Regione daranno un sensibile contributo al fine di abbattere i costi di accesso per i docenti). Molto si dovrà tuttavia operare sul piano nazionale (formazione docenti in ingresso, e strategie per attrarre, reclutare, trattenere e far crescere insegnanti capaci).

·        Maggiore coordinamento a livello territoriale. In Emilia-Romagna si spende molto per la scuola. La spesa dello Stato è sì più bassa rispetto alla media italiana (un alunno emiliano romagnolo «costa» 4.929 Euro, a fronte di una spesa nazionale di 5.068), tuttavia gli impegni finanziari di Regione ed Enti locali (Euro 1.709), superiori a quelli in essere nelle altre regioni, riporta il totale complessivo sopra la media nazionale (6.638 Euro in Emilia Romagna a fronte di 6.395 in Italia). Manca però un coordinamento tra gli investimenti, che contribuirebbe indubbiamente ad ottimizzare le risorse, con una maggiore efficacia dell’intero sistema. Un coordinamento di questo genere permetterebbe inoltre di essere più incisivi anche in sede nazionale.

·        Il problema dell’integrazione multiculturale è la vera emergenza della nostra regione, che presenta il dato più elevato di presenza di alunni con altra cittadinanza (7,1%). Occorrerà affrontarlo sempre più in stretta collaborazione con la realtà nazionale, e con il sostegno diretto del Ministero.

·        Una rapida conclusione dell’iter di Riforma della scuola definirebbe un contesto più chiaro, e permetterebbe di muoversi con più efficacia nella gestione dell’intero sistema.

Proprietà dell'articolo
data di creazione: 20/04/2005
data di modifica: 20/04/2005