Convegno: Competenza plurilingue e formazione all'estero

Intervento del direttore generale Luigi Catalano, Bologna, 25 ottobre 2007

Non svelo un segreto se ricordo, proprio in questo contesto, che una delle pecche del nostro sistema formativo è costituita dal difficile rapporto dei nostri studenti con le lingue straniere. Probabilmente, un limite originato da un mal interpretato culto della nostra tradizione umanistica. Dimenticando che molta della migliore cultura italiana del Novecento (da Svevo a Montale, da Pavese al Pirandello berlinese, per citare i nomi più immediati) è debitrice e conoscitrice profonda delle lingue e delle culture mitteleuropee, transalpine e anglosassoni.

Un atteggiamento simile ci ha esposto e ci espone continuamente al rischio di una chiusura in un localismo che non genera competenze.

Il “programma di scambio e di formazione di tirocinanti e docenti” - i cui stage formativi per 27 futuri insegnanti inglesi di scuola primaria sono stati predisposti dall’USR Emilia-Romagna su incarico del MPI - inverte in maniera significativa questa tendenza ed è un contributo importante alla crescita della nostra scuola regionale e al miglioramento dell’apprendimento delle lingue nelle aule scolastiche.

Il fatto, poi, che gli scambi, previsti da un Memorandum d’intesa del 2004 ed ora giunti alla loro terza annualità, si siano svolti proprio nel contesto della scuola emiliano-romagnola, lascia spazio a tre considerazioni.

In primo luogo, la centralità dell’esperienza formativa dello scambio di tirocinanti e docenti. Quando insegnanti italiani hanno l’opportunità di approfondire la lingua inglese in Gran Bretagna, e tirocinanti inglesi, assistiti da docenti elementari italiani con funzione di tutoraggio, vengono ospitati nelle nostre aule, l’arricchimento culturale non è solo individuale, ma appartiene al sistema-scuola. Porta con sé un valore aggiunto che lascia un patrimonio in termini di competenze oltre che di esperienze, non solo a chi parte, ma anche a chi ospita. E’ ciò che è accaduto, per esempio, nelle classi degli Istituti comprensivi 5 e 3 di Bologna che hanno potuto far esperienza di lingua viva con un insegnante di madre lingua.

In seconda istanza, l’importanza rivestita dalla collaborazione progettuale e organizzativa nel territorio che conferma un carattere congeniale di questa regione. Infatti, il coinvolgimento da parte dell’USR, per le azioni di propria competenza, dell’Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia (ex IRRE), del dirigente e della struttura del 13° circolo di Bologna, della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Alma Mater- Università di Bologna, dei docenti ospitanti, non solo ha garantito il successo dell’iniziativa, ma ha anche messo a fattor comune esperienze pluriennali di scambi formativi per docenti di lingua. Permettendo, nel caso in specie, ai tirocinanti inglesi di percepire il “clima” pedagogico di una regione ricca di tradizioni educative come l’Emilia Romagna.

La terza considerazione è che un tale patrimonio di esperienze non può essere disperso. Ecco perché come Direzione generale si è intenzionati a far crescere queste esperienze.

L’auspicio è che la rete di collaborazione tra istituzioni che ha reso possibile finora tutto questo, possa coniugarlo al futuro, grazie alla sottoscrizione di un nuovo e più articolato protocollo italo-britannico, per potenziare le iniziative di scambio tra docenti e studenti delle scuole primarie dei due Paesi e per rispondere ad un preciso impegno reciproco nella valorizzazione della lingua italiana e della lingua inglese, nella prospettiva di una compiuta cittadinanza europea che non può che nascere nelle aule delle nostre scuole.

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data di creazione: 26/11/2007
data di modifica: 26/11/2007