Conferenza stampa sul progetto “Dialoghi sulle identità”

Intervento del direttore generale Luigi Catalano, Bologna, Centro giustizia minorile per l’Emilia-Romagna, 23 aprile 2008

Ringrazio gli organizzatori dell’iniziativa “Dialoghi sulle identità”, non solo per il prezioso lavoro svolto dal 2001 a questa parte, che fa da ponte tra le scuole dell’Emilia-Romagna, la comunità ministeriale per i minori e l’istituto penale per i minorenni; ma anche per offrirmi la possibilità di dare un contributo di idee in questa conferenza stampa.

Non potendo essere presente per precedenti impegni personali alla giornata conclusiva del 3 maggio, ho voluto essere presente oggi per testimoniare la mia convinta adesione a questa iniziativa non solo in nome della mia veste istituzionale.

Coinvolgere adolescenti che nella vita hanno avuto storie diverse per mille motivi in un percorso comune di riflessione attorno ad un messaggio semplice eppure complesso quale può essere una parola, è indubbiamente una risposta ai molteplici gradi di separazione cui ci costringe la realtà.

E coinvolgerli attraverso strumenti culturali che sanno di scrittura, poesia, lettura, video – passatemi la radicalizzazione – che sanno di sogno, ha un valore aggiunto che è ricchezza interiore tanto per i ragazzi che soffrono la privazione dei loro spazi, tanto per quelli che possono agire, troppo spesso inconsapevolmente, la propria libertà.

Quest’anno, poi, aver scelto il tema dell’identità, è stata una scelta quasi profetica, visto che sul versante educativo molte delle difficoltà che si incontrano oggi con gli adolescenti nascono proprio dalla ricerca faticosa di una identità. Che, a dispetto della condizione di ognuno, fa inevitabilmente rima con libertà. Offrire agli studenti e agli ospiti delle comunità un “cantuccio” di riflessione e di scambio su se stessi, sulle proprie radici, sul proprio destino, che parta dalla letteratura è un dono a loro ma, anche e soprattutto ad una società più solidale e attenta. “Una luce che fa svanire la notte dell’uomo”, come canta il poeta algerino Jean Amrouche.

Il mio ringraziamento per questo impegno incessante, pertanto, va ai partner di Dialoghi, l’assessorato alla promozione delle politiche sociali della Regione e il Centro Giustizia Minorile, ma anche alle numerose scuole che hanno coinvolto i loro studenti e docenti in una partecipazione affatto scontata, ma sentita e vera.

L’augurio è, naturalmente, che alla parola Identità possano far seguito altre parole di riflessione con cui costruire progetti come questo che permettono realmente e in maniera culturale la tanto invocata collaborazione tra istituzioni e il dialogo tra chi vive la difficile condizione della reclusione e la società che ci circonda.

Proprietà dell'articolo
data di creazione: 23/04/2008
data di modifica: 23/04/2008