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Saluto del direttore generale dell'USR Emilia-Romagna, Luigi Catalano

27 maggio 2009. Il direttore generale Luigi Catalano saluta tutti gli operatori della scuola della Regione al termine della sua esperienza in Emilia-Romagna

Cari amici,

in questi giorni concludo un triennio di lavoro in Emilia-Romagna con un profondo senso di riconoscenza nei confronti di tutti coloro che hanno lavorato nella scuola e per la scuola di questa regione. Un traguardo di lavoro che corrisponde con il compimento dopo tanti anni di attività nella pubblica amministrazione al servizio della scuola. Inevitabilmente è per me anche un’occasione preziosa per tracciare una sorta di consuntivo. A conti fatti, credo di aver ricevuto e dato molto, nelle esperienze che ho realizzato, con quanti ho collaborato.

Un lavoro intenso ed appassionato, ricco di soddisfazioni, che ha consentito il funzionamento “ordinario” della scuola, quel meccanismo complesso in virtù del quale tutti i giorni, come qui in Emilia-Romagna, una popolazione non inferiore a quella di una grande città, si mette in moto e fa sì che in ogni aula scocchi la scintilla di quel rapporto di insegnamento/apprendimento attraverso il quale le generazioni proseguono, innovano e migliorano il cammino dell’umanità.

Se dovessi individuare una connotazione del mio contributo al lavoro svolto negli anni presso l’allora provveditorato di Roma, l’USR per il Piemonte, la direzione generale per la comunicazione del ministero centrale e, fino a ieri, l’USR per l’Emilia-Romagna, credo che consista nell’attenzione alla persona.

Ho sempre cercato nella mia azione amministrativa, insieme al rispetto della legge, anche di dare spazio a quelli che erano i rapporti, le relazioni con le istituzioni e le persone; di dare spazio ai talenti di quanti a vari livelli hanno collaborato con me; di dare spazio al servizio alla persona nelle decine di iniziative, progetti e idee che hanno preso vita negli uffici e nei territori in cui ho lavorato.

Un’attenzione alla persona che ha trovato terreno fertile in Emilia-Romagna, grazie a risultati di qualità che conoscevo bene già prima di assolvere qui il mio compito di direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale e che ho apprezzato ogni giorno di più nel contatto diretto con la nostra scuola.

«Nostra». Lasciate che usi ancora questo possessivo che, anche nel momento del saluto, mi unisce a tutti coloro che per la scuola di questa regione hanno lavorato al mio fianco con intenti comuni e con comune determinazione. Parlo di tutto il personale della scuola, dei dirigenti scolastici, di coloro che con diverse funzioni – politiche e amministrative – e a diversi livelli – comunale, provinciale, regionale – si sono confrontati con me dalla prospettiva delle istituzioni locali, così attente al benessere del territorio; e parlo anche degli studenti e dei genitori, che ho incontrato personalmente in numerose occasioni, dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali il confronto con i quali è sempre stato animato da rispetto e stima reciproci e, infine, dei miei collaboratori nell’Ufficio regionale e in quelli provinciali: collaboratori che mi sono stati accanto con intelligenza e passione dal primo giorno nel quale ho messo piede nel mio nuovo ufficio fino a questo nel quale, con particolare affetto, li saluto.

In questi rapporti, che ho sempre cercato di tenere vivi e dai quali ho ricevuto molto in termini di valori professionali e umani, in questo lavoro svolto giorno per giorno con i diversi interlocutori per raggiungere l’unico obiettivo di una scuola sempre più all’altezza delle sfide poste dal presente e dal futuro: in tutto questo credo che consista il carattere istituzionale di chi rappresenta sul territorio l’Amministrazione centrale. Nessuna etichetta è più forte e più convincente del “fare” e del “fare insieme”, del trovare sempre, con trasparente percorso, il partner giusto per la soluzione dei problemi. E – permettetemi di dirlo – nessuna critica che si collochi fuori da questo ambito istituzionale, sia essa esplicitamente politica o no, può essere abbastanza forte e convincente da cancellare i risultati di una azione così condotta. Una azione che si è sviluppata in un periodo di forte innovazione del sistema di istruzione e che a questa innovazione, contenuta in norme, indicazioni, regolamenti, ha cercato in primo luogo di dare gambe e braccia, muscoli e sangue e, in secondo luogo, di fornire un terreno di scambio e di confronto: la scuola dell’Emilia-Romagna, infatti, è abituata ad affrontare il nuovo tanto con efficacia operativa quanto con capacità di elaborazione e di produzione culturale e intellettuale. A queste qualità, per altro, non ho guardato come a un dato acquisito, ma come a un patrimonio da incrementare individuando tutte le condizioni per farlo fruttare al meglio.

Credo, perciò, di aver permesso con la mia azione amministrativa la conservazione di standard di qualità elevati nel sistema di istruzione, ma anche di aver dato spazio all’innovazione, termine che oggi è tanto diffuso, ma che, fattivamente, significa aver dato alla scuola tutta “qualcosa di più”.

Questo “di più”, rappresentativo di molte mie esperienze, può essere sicuramente riassunto dall’avvio della “Scuola regionale per dirigenti scolastici” e dall’attivazione di molteplici attività di comunicazione che rispondessero alle esigenze di tutti gli attori del sistema scuola. La scuola per i dirigenti è l’iniziativa di formazione per lo sviluppo professionale dei dirigenti che ha connotato questi ultimi mesi attraverso un programma che parte dal dato acquisito della qualità della nostra scuola per spingersi alla ricerca dell’eccellenza nella organizzazione e nella gestione delle istituzioni scolastiche della regione con nuovi e aggiornati modelli di management e di coordinamento didattico. Un’idea ambiziosa, all’origine, che oggi è una realtà dove far convergere energie intellettuali e collaborazioni istituzionali per dare nuova linfa alla nostra scuola.

Lasciatemi ricordare, poi, le iniziative di comunicazione: per citarne qualcuna, la rassegna delle eccellenze della scuola emiliano-romagnola, Docebo con la sua appendice tecnologica, Docebo_tech, la prima Webtv di un USR a livello nazionale, la carta di servizi culturali per tutto (e sottolineo tutto) il personale che a vario titolo si occupa di scuola in Emilia-Romagna.

Tutte attività portate avanti con la filosofia della rete per convogliare le energie intellettuali delle scuole, di esperti regionali e nazionali, e con ricadute importanti ed effettive sulla qualità del mondo della scuola.

Al momento di congedarmi ho, insomma, alle mie spalle un percorso di lavoro istituzionale nel quale sento di aver profuso il meglio delle mie energie e dal quale so di aver ricavato un arricchimento che, a questo punto della mia carriera, considero un bene particolarmente prezioso in quanto bilancio complessivo e positivo con cui lascio.

Per tutto questo, il mio saluto vuole essere al tempo stesso una espressione di gratitudine e la formulazione di un augurio: che la scuola dell’Emilia-Romagna prosegua nel raggiungimento degli obiettivi che merita oggi di conseguire per la forza della sua tradizione e la sagacia con cui affronta le sfide del nuovo e che sarà capace – ne sono convinto – di raggiungere anche domani.

Un abbraccio a tutti

Bologna, 27 maggio 2009

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data di creazione: 27/05/2009
data di modifica: 28/05/2009